giovedì 30 giugno 2011

Non c'è mai fine al peggio oppure non ci accontentiamo mai?

Quando c'era Prodi l'Italia era in crisi, allora siamo tornati alle urne ribaltando i ruoli, ma nulla sembrerebbe essere cambiato. Le poltrone vengono spartite dai vincitori assegnandole secondo un criterio personalizzato e non secondo le volontà popolari. La vittoria viene conquistata con una determinata alleanza che a breve distanza dalle elezioni va a rotoli (mi riferisco allo scisma di Fini con la conseguente creazione del FLI), lasciando il destino della maggioranza in balia degli alti e bassi di chi, in altre occasioni, non avrebbe avuto modo di pretendere (vedi Lega Nord).

In molti pensano di far politica utilizzando gossip e faccende private che invece arrecano enormi danni all'immagine dell'Italia in ambito internazionale, penalizzandoci in maniera marcata e difficile da recuperare.

In pochi si preoccupano dei problemi reali e quei pochi non riescono ad emergere da questo mare in burrasca per potersi fare sentire.

Ora, alle porte della pausa estiva, si avvisa che se si continua così si va a casa, ma son certo che nessuno ha voglia di sbilanciarsi in una tale impresa.

Ci sono le tanto sospirate ferie per tutti, meglio rinviare ad affrontare i problemi un po' più in là. Poi, chissà, con un po' di riposo e tempo in più per riflettere si potrà decidere sul futuro politico della Nazione Italia.

Quindi ora, lasciando parte dei cittadini italiani che dimostrano in piazza contro i lavori per la TAV, altri che manifestano per chiedere le dimissioni di un sindaco non più desiderato, che tanto non ha intenzione di mollare (chissà quale esempio sta seguendo), e considerando la delicata situazione internazionale (la Grecia a rischio di bancarotta, le varie “missioni di pace” che ci tengono impegnati, Afganistan e Libia per nominarne un paio), siamo arrivati al tanto atteso momento intoccabile della pausa estiva.


Sono tante le cose che vorrei scrivere ma al momento non ho tempo né voglia, spero che prossimamente riuscirò a farlo.