giovedì 24 gennaio 2008

Diritto alla Vita - mosso un altro passo

Proprio ieri è arrivata un'altra notizia che può far felici quanti, a causa della tristemente famosa legge 40 sulla procreazione assistita, si sono visti negare il SACROSANTO DIRITTO di avere dei figli.
Difatti, come già avevamo avuto modo di evidenziare in un precedente articolo, tale legge, e le relative linee guida che il Ministero della Sanità avevano rilasciato, consentono l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita solamente a quelle coppie affette da accertati problemi riproduttivi ed inoltre questa Legge (da molte parti riconosciuta essere ingiusta) vieta categoricamente l'effettuazione della selezione mediante diagnosi preimpianto.
Questo vuol dire che le migliaia di coppie che hanno scoperto di essere interessate da gravi malattie genetiche trasmissibili (come ad esempio la Talassemia), e che proprio per questo motivo vogliono fare attenzione a non procreare un essere destinato a soffrire un calvario per TUTTA LA SUA BREVE VITA, (dato che per alcune patologie la prospettiva attuale di vita si aggira intorno ai 35 anni e per altre anche molto meno), si sono viste negare il diritto di garantire un futuro ai propri figli uguale a quello di tutti gli altri, con le stesse problematiche ma anche con le stesse speranze.
La sentenza del T.A.R. del Lazio che ha accolto favorevolmente il ricorso fatto da un gruppo di associazioni, ha riconosciute nulle le linee guida della legge 40 per eccesso di potere.
In modo particolare è stata contestata la parte che riguarda il divieto di diagnosi preimpianto agli embrioni.
In virtù di quanto sentenziato il T.A.R. del Lazio ha inoltre interessato la Consulta a verificare e a pronunciarsi sulla costituzionalità della Legge 40.
Come già nel precedente articolo si chiedeva, di riconsiderare le linee guida, siamo ancora a chiedere fortemente di rivedere questa legge, in quanto crediamo fermamente che una legge, per quanto possa essere considerata giusta, nel momento in cui penalizza gravemente la liberta alla vita o il diritto alla salute di anche un solo cittadino, allora è proprio da riconsiderare.
Quanto accaduto ieri è solo un piccolo passo, tocca ora aspettare il parere della Consulta, fino ad allora la Legge 40 rimane in vigore così com'è!

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