giovedì 27 settembre 2007

La " Strage degli innocenti"


Come definireste l’azione compiuta da un qualsiasi essere umano che punta un’arma verso un altro essere umano inoffensivo e completamente privo di difese, per poi ucciderlo immediatamente dopo a sangue freddo?
Non so voi ma per quello che è il mio modo di recepire le cose si tratta indubbiamente di OMICIDIO VOLONTARIO.
E se poi, dopo aver ucciso il primo essere umano che aveva di fronte, lo stesso ASSASSINO si rivolgesse di fronte al successivo essere umano vicino al precedente e lo uccidesse esattamente come il precedente, per poi ripetere l’azione ancora una volta, e poi un’altra, e un’altra, e un’altra ancora da farne perdere il conto?
Questa io la definirei sicuramente STRAGE.
È esattamente ciò a cui stiamo assistendo impotenti in questi giorni, in questi minuti, mentre io sto scrivendo e mentre voi state leggendo.
Una sola domanda rimbalza nella mia testa senza poter avere una risposta:
PERCHÉ IMPOTENTI?
Perché ci raccontano che non è possibile intervenire?
Come si fa a rimanere impassibili davanti ad una strage così evidente che vuole trasformarsi in uno STERMINIO ASSOLUTO di coloro che forse hanno qualche cosa da ridire verso un regime militare che ammette solamente l’uso della forza come argomento di controllo.
Sono ASSASSINI che non esitano ad uccidere i loro stessi concittadini, le loro guide spirituali e che mettono in campo la forza bruta.
Ora che qualcuno si è accorto che l’informazione è pericolosa si stanno rivolgendo anche contro i giornalisti.
È più facile fare quello che vogliono se nessuno lo viene a sapere e le persone si sentono con le coscienze pulite se, pur sapendo, non sentono (non c’è miglior sordo di quello che non vuole sentire).
E allora che il mondo intero usi la loro stessa lingua per fermare questa INGIUSTIFICABILE ed INCREDIBILE BARBARIA in atto:
la FORZA.
La Forza Internazionale per ripristinare la PACE e cercare di riportare la DEMOCRAZIA in paese dove ormai non esiste più.
Non ci sono in gioco interessi multimilionari, non si dovrebbe combattere contro un popolo, si tratta semplicemente di porsi come un muro davanti a tale esercito di assassini per dare un riparo a quel popolo che stanno sterminando.
È ORA DI DIRE BASTA!!!
Quanto riportato qui di seguito è stato tratto dal sito www.repubblica.it, e dato che credo possa essere un'iniziativa interessante, lo riporto senza apporre modifiche:
"Una maglietta o un nastro rosso in sostegno della Birmania.
E' la parola d'ordine che corre sui blog e sui cellulari, una catena di sms per un gesto di solidarietà a favore dei monaci buddisti e del popolo birmano.
Questo è l'invito che sta circolando in queste ore via sms: "In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please forward!" (a sostegno dei nostri amici incredibilmente coraggiosi in Birmania: venerdì 28 settembre indossiamo tutti quanti, in tutto il mondo, una maglietta rossa)."

3 commenti:

Antonio Candeliere ha detto...

Si deve continuare e non solo oggi.

saldias ha detto...

Hai perfettamente ragione Antonio, è necessario non solo continuare ma nel farlo occorre anche alzare il tono affinchè nessuno possa utilizzare come proprio allibi l'ignoranza della situazione.
Ho l'impressione infatti che ancora persista una volontà di attenuare il livello d'informazione in merito a questa GRAVISSIMA strage in atto.
L'assassinio dei giornalisti viene giustificato in quanto stavano scattando fotografie!!!
...
Non ci sono parole!!!

Unknown ha detto...

La violenza dell'uomo forte (?) sull'uomo debole (?) non è sempre così lontana da noi e non sempre è così facilmente identificabile come tale, perchè cruenta ed esplicita.
Senz'altro solidarietà per chi soffre lontano da quì, nei confronti dei quali siamo però impotenti, anche se in tanti. Tuttavia apriamo meglio gli occhi, ognuno di noi combattia le violenze, anche piccole e nascoste, che sono quotidianamente ci sono vicino, senz'altro l'effetto positivo si propagherà fin dove noi non riusciamo neanche ad immaginare.